Uber files. Tutti sapevano. Cosa c’era da sapere? Che gli strumenti di comunicazione da un lato e di promozione istituzionale dall’altro erano affidati a lobbisti o public relations manager.
E’ per questo che diciamo: Uber files. Tutti sapevano. Nessuno stupore per gli adeniti ai lavori e non. Piuttosto stupisce leggere alcuni nomi, da quello di Macron a quello dell’ineffabile Carlo De Benedetti. Ma non vogliamo analizzare aspetti che saranno oggetti di migliaia di articoli di giornalisti- spesso totalmente incompetenti o, in questo caso magari pagati in passato da Uber per promuovere il servizio nei propri articoli.
Vogliamo sottolineare che l’idea di Uber è comunque geniale e risponde ad un bisogno di mobilità che fonda le sue ragioni su prezzi giusti e viaggi sicuri. Il tutto ottenuto grazie alla democrazia della rete ed a numeri grandi. Eh si un po come Tripadvisor. E il grande numero di recensioni che rende affidabile il giudizio.
E Uber è uguale. Recensioni sul singolo guidatore, sulla sua auto. Mai visto niente di simile per i tassisti?? No. Prendere un taxi a caso è un’esperienza strana: non sai niente di chi guida, non sai come è la sua auto. Sai solo che ha una licenza pubblica. Bella roba!! Altro che. Un’idea geniale- basta pensare quanto bene funziona in USA e Brasile ad esempio.
Anche in Italia ha ispirato qualche azienda che opera in modo simile, anche se per il trasposto pubblico è necessaria una licenza. Per esempio alcuni servizi di accompagnamento malati non autosufficienti operati con auto private sono evidentemente non legali. Ma di questo parleremo in altro articolo.
Sicuramente CiaoAldo nasce “ispirata” da Uber. Ma lo sforzo in questo caso è stato percorrere la strada della legalità assoluta. Oltre a non usare algoritmi che fanno lavorare pochi tanto. L’idea è quella di fare lavorare tanto tutti. Se ci si riesce!